Leonello Bertolucci: un bel regalo di Natale! Photo editing e grande fotografia

Sono davvero felice di avere come ospite nel mio blog, il più recente tra i tanti che ho creato sulla fotografia e l'arte, Leonello Bertolucci, uno dei più importanti e bravi photo editor italiani e grande fotografo.  A voi questa mini (bellissima) intervista. 



Caro Leonello, ci siamo conosciuti all’Università dell’Immagine nel lontano 2001, scuola sperimentale creata da Fabrizio Ferri a Milano, dove ho avuto la fortuna di averi come insegnante nel corso di Photo editing. Le tue lezioni mi cambiarono totalmente la visione della fotografia, e ancora oggi ne faccio tesoro. Mi piacerebbe che tu ci raccontassi chi sei, quale è stato il tuo percorso, personalmente amo le biografie e credo che la storia di un essere umano sia importante tanto quanto il suo lavoro.

Grazie per l’apprezzamento, Vanessa, sono già passati vent’anni ma quell’esperienza concepita da Fabrizio Ferri cambiò le prospettive fotografiche anche a me e ancora la sento.

Successivamente ho continuato fino ad oggi con l’attività di docente in corsi e workshop, attualmente all’Istituto Italiano di Fotografia e Bottega Immagine a Milano, e  Fotoscuola a Lecce. Ma sono e resto un fotografo, e il mio percorso inizia molto prima, all’inizio degli anni ’80, quando lascio la “confort zone” in riva al mare della mia città (La Spezia) e mi avventuro a Milano, con la speranza e la voglia di trasformare la mia passione per la fotografia in professione. Per fortuna il mercato “tirava”, e mi ritrovai così subito al lavoro per l’agenzia fotogiornalistica Olympia. Il reportage, il racconto dei fatti, la curiosità per le vite degli altri, la dimensione del viaggio e la relativa libertà segnarono la strada. La passione c’è ancora tutta, il mercato un po’ meno. Negli anni seguenti mi feci le ossa e approdai a collaborazioni importanti, tra cui cito solo quella con l’agenzia Sygma di Parigi, che dominava il mercato mondiale insieme alle altre due Gamma e Sipa.

Uscivano mie foto su riviste internazionali e tutto andava a gonfie vele, poi col la rete e il digitale gli equilibri cambiarono e di quei tre colossi oggi non resta nulla. Ma io non ho mai mollato, ho continuato a fotografare, a produrre reportage e altri lavori di respiro più ampio, ho allargato il raggio del mio agire fotografico appunto alla docenza, scrivo di fotografia (sulla rivista “Il Fotografo” e sul sito de “Il Fatto Quotidiano”), realizzo libri fotografici, aiuto come consulente i fotografi nell’editing dei loro progetti. 

Bette Davis Lionello Bertolucci
Gianrico Tedeschi - Leonello Bertolucci

Giorgio Strehler - Leonello Bertolucci

Bette Davis - Leonello Bertolucci

Ti seguo sui social, leggo i tuoi articoli sul Fatto quotidiano e sono davvero felice di poterti chiedere alcune cose sul mondo della fotografia contemporanea. Per prima cosa vorrei chiederti cosa pensi del futuro dell’editoria fotografica. Io ho come l’impressione che ci sia una esplosione di produzione di libri di fotografia e anche di buona qualità. Mi sembra che ci sia una voglia di tornare alla materia, alla pagina da sfogliare, alla foto stampata.

Quello per i libri fotografici è un mio grande amore, ne sono felicemente sommerso e ritengo che siano insostituibili sia per il piacere che possono dare, sia per la lezione che offrono. Ovviamente non tutti, anzi direi la minoranza di quelli fatti bene e forti nei contenuti.

Il libro è un “oggetto sinestetico”, oltre a guardarlo si tocca, si annusa, si ascolta nel fruscio delle pagine. Resta il fatto, va detto, che gli editori di fotografia – soprattutto in Italia – sono degli eroi idealisti se andiamo a verificare i numeri di vendita. Di sicuro il self publishing ha smosso il settore, il  crowdfunding ancora funziona (ma tende a inflazionarsi) e la stampa del libro in digitale con piccole o piccolissime tirature offre possibilità a giovani autori che altrimenti non avrebbero accesso all’editoria. Naturalmente ci sarebbe da fare un grande discorso sulla qualità media di quel che circola.

Arlecchino - Leonello Bertolucci

Asini  - Leonello Bertolucci

Cernusco neve - Leonello Bertolucci 

Rimanendo in tema libri (ma parlerei anche di progetti) puoi dirci, soprattutto per i nostri amici principianti, quanto è importate un buon photo editing e perché può essere importante farsi aiutare nella selezione delle fotografie?

Di photo editing mi occupo costantemente da decenni, con me stesso (devo anch’io editare i miei lavori) e con gli altri, a cui cerco di dare una mano in quello che è, spesso, il grande punto debole del fotografo: la capacità e la lucidità di selezionare e organizzare la propria narrazione fotografica districandosi nella massa informe degli scatti realizzati (a volte migliaia). Molti fotografi ci naufragano dentro, non trovano una direzione, un “faro” che li guidi. E’ molto difficile, a volte, guardare le proprie foto con la giusta distanza emotiva, tendiamo ad amarle come figlie e cestinarne una o cento ci riesce difficile. Ecco il ruolo di un “occhio terzo”, il photo editor, che però deve stare attento a non sovrapporsi al fotografo violentandolo, deve invece aiutarlo a “ritrovare se stesso” nel suo progetto. 

Grammofoni - Leonello Bertolucci

Laboratorio - Leonello Bertolucci

Marinai - Leonello Bertolucci

Due domande sulle novità che stanno arrivando nella nostra vita e che credo la cambieranno per sempre e cambieranno anche la nostra arte, la nostra fotografia: cosa pensi delle intelligenze artificiali e delle Learn Machine applicate alla fotografia?

Il virtuale è oramai parte della nostra vita, in pandemia abbiamo assistito a moltissime mostre tramite i nostri devices, e con la realtà aumentata che sta migliorando nel giro di breve potremo assistere a vernissage nell’altra parte del mondo comodamente seduti in casa nostra e potremo discutere di ciò che vediamo con gli altri ospiti, (ci sono già molti esperimenti interattivi che propongono questo). Come vedi, se la vedi, la convivenza tra mostre tradizionali e mostre virtuali?

Rispondo cumulativamente alle due domande, e rischierò di apparire passatista o nostalgico. Dunque preciso che ho adottato il digitale da subito, ho vari profili social, durante il periodo pandemico ho fatto decine di incontri e lezioni sulle piattaforme, eccetera, solo per dire che non ho nulla contro la tecnologia e la utilizzo molto, ma solo quando semplifica e velocizza il lavoro e la comunicazione. Nulla può però sostituire l’esperienza diretta, l’hai accennato anche tu parlando di libri, si sente nell’aria un profumo di ritorno all’esperienza sensoriale, alla carta.

La mostra deve essere questo, in una mostra c’è la relazione delle immagini con un luogo, e quel luogo noi dobbiamo viverlo, dobbiamo abitarlo, dobbiamo respirarlo. Una mostra virtuale è sterilizzata, asettica, è una bottiglia di vino chiusa di cui posso al massimo leggere l’etichetta. 

E’ recentemente uscito il tuo ultimo libro sull’editing: Il photo editing. Scegliere le immagini nel racconto fotografico, edito Emuse. Dove paragoni la scelta delle foto e la scelta della loro sequenza al montaggio cinematografico, quindi è come dire che anche in fotografia esiste il regista e il montatore, giusto? Che a volte coincidono e a volte no, vero? Molti principianti fanno fatica a pensare al progetto, a concepire una sequenza cosa possiamo consigliare loro? Io credo che conoscere il photo editing sia un passo importante anche per imparare a sviluppare progetti. 

Esatto, l’editing è per noi fotografi quello che il regista chiama montaggio. Per entrambi la questione è ottenere una esito finito, una “restituzione”, che rispecchi e valorizzi l’idea di partenza, rendendola potente su tutti i piani, estetico, comunicativo, emotivo.

Naturalmente le logiche cambiano tra un reportage e un progetto concettuale – per dire – come cambiano tra un documentario e un film di fiction.

Avere chiari alcuni criteri di editing sicuramente aiuta tutto lo sviluppo del processo (idea, progetto, scatti, editing); il gioco meraviglioso è il balletto tra il nostro percorso immaginato e le bizzarrie del caso: un buon photo editing ne fa la sintesi finale con un perfetto equilibrio.

Ombrelli - Leonello Bertolucci

Onde - Leonello Bertolucci

Leonello Bertolucci per Vanessa Rusci
Palio - Leonello Bertolucci

Questa è una domanda un po’ anomala per una intervista, ma ho deciso di farla a tutti, dopo questo terribile periodo che abbiamo passato: Esprimi un desiderio…

Che i periodi bui della vita, sia individuali che collettivi, non riescano mai a spegnere le nostre passioni, perché sono queste a salvarci la vita. Io ho quella per la fotografia, ma quella per i francobolli e tutte le altre vanno altrettanto bene, non esistono gerarchie tra le passioni.

Pesca - Leonello Bertolucci

Leonello Bertolucci per Vanessa Rusci
Ulisse - Leonello Bertolucci

Leonello Bertolucci per Vanessa Rusci
West - Leonello Bertolucci

Trovate altri meravigliosi scatti di Leonello sul suo sito:
Felice di averti avuto qui Leonello, auguro a te e a tutti i nostri amici un Natale Magico ricco di speranza e serenità.

Buone feste e alla prossima!

Commenti

  1. Se ami la fotografia, sotto una selezione di libri da leggere assolutamente!

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