Photographer' Gallery, Ottobre 21, Helen Levitt
Maestre della fotografia: Helen Levitt
In questo mio ultimo viaggio a
Londra ho visitato la Photographer’ Gallery.
La Photographers'
Gallery è stata fondata da Sue Davies, OBE nel 1971 al numero 8 di Great
Newport Street, in un’ex tea rooms. È stata la prima galleria indipendente
al mondo dedicata alla fotografia. La Galleria ha aperto i battenti il
14 gennaio 1971 presentando una mostra intitolata The Concerned Photographer curata da Cornell Capa
e presentata per la prima volta a New York nel 1967. Nel 1980 la Galleria si è
ampliata in un nuovo spazio espositivo al 5 di Great Newport Street,
a Covent Garden. E poi successivamente si è spostata nell’attuale sede. Questa
galleria è stata importantissima per la mia formazione, la frequento dal 1996,
ho visto ricerche e fotografi emergenti e non solo che in Italia negli anni 90
non arrivavano: nel corso degli anni ha presentato al pubblico britannico
fotografi internazionali come Juergen Teller, Robert Capa, Sebastião Salgado,
Andreas Gursky e Taryn Simon, sostenendo il lavoro di professionisti tra cui
Martin Parr, Zineb Sedira, Nick Knight e Corinne Day. È stato determinante
nel promuovere il ruolo fondamentale e influente della fotografia nella cultura
e nella società e nel garantire la sua posizione come forma d'arte
significativa.
Vi consiglio di visitarla in caso di viaggio a Londra.
Fino al 1 Febbraio: Light Years: The Photographers' Gallery at 50 - Una serie di mostre speciali in quattro parti per celebrare il 50° anniversario di TPG.
Fotografie Vanessa Rusci scattate con Iphone 7 durante la visita. |
Questa
volta, in versione ridotta per il Covid, era allestita la mostra di Helen
Levitt, fotografa pioniera della Street Photography, che è noto, non amo molto
come genere fotografico, ma qui siamo davanti a una maestra, pionera non solo
di street ma anche della fotografia a colori e delle prime proiezioni di Dia. D’altronde
era americana, e in una certa america si poteva essere donne e fotografe anche
negli anni 30.
Era
una immigrata russa, classe 1913, nata a Broklyn. A 18 anni inizia a lavorare
come assistente di un fotografo commerciale, si specializza da subito in
sviluppo e stampa. Inizia giovanissima a
scattare per strada con una Leica 35 mm. Alla fine degli anni 30 incontra
Walker Evans, del quale diventerà assistenza e stampatrice.
Questa
donna audace, dotata e attratta dal sociale, si occupa anche di cinema: direttrice
della fotografia e sceneggiatrice del film “The Quiet One” che riceverà la
candidatura agli oscar come migliore sceneggiatura per il film, a questo link
potete vederlo https://youtu.be/H2KQUXy6cOc,
io sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla fotografia, dalla modernità delle
inquadrature, per quegli anni, siamo nel 1948. Pochi anni dopo gira un
cortometraggio sulla Harlem spagnola di New York, intitolato “In the Street”. https://www.youtube.com/watch?v=7aH7l52gP6E
Nel
1955, fa parte della grande mostra di Edward Steichen :“The Family of Man”. https://www.youtube.com/watch?v=ztLW6TjQCzs
Fotografie Vanessa Rusci scattate con Iphone 7 durante la visita. |
La fotografia a colori:
Pioniera della fotografia a
colori, vince la prestigiosa borsa di studio della Fondazione Guggenheim,
nel 1959 e nel 1960. Mi ha sorpreso leggere che anche del suo lavoro una
gran parte di immagini sono state perdute per un furto nel 1970, pensavo a
tutte le immagini perse… con furti, alluvioni, terremoti, incendi e hard disk
rotti, ma è un tema per un altro post. Le poche foto rimaste ed alcuni
scatti degli anni successivi sono stati raccolti nel libro Slide Show:
The Color Photographs of Helen Levitt. https://www.youtube.com/watch?v=vOK9ob8wqyQ
Nel 1974 passa a proiettare, in uno spazio pubblico:
al Museum of Modern art, questa mostra rappresenta una delle prime
mostre di foto a colori in un museo ma anche una delle
prime mostre di immagini proiettate. Negli anni
80, Nan Goldin, proietterà la sua The Ballad
of Sexual Dependency nei club del Lower East Side di New York, e poi al Whitney Museum of American Art, nasceva il VJng che arriverà nei club
europei solo negli anni 90 e non sempre sarà arte.
Helen Levitt ha pubblicato nel corso della sua
carriera altri libri fotografici: In the Street: Chalk Drawings and Messages,
New York City, 1938-48 (1987) e Mexico City (1997).
Nel 1991 il San Francisco Museum of Modern Art
espone la prima
retrospettiva del suo lavoro e nel 1997 riceve il Master
of Photography Infinity Award dell’ICP.
Muore nel 2009, all’eta di 95 anni, nel suo
appartamento di New York, dove aveva vissuto per decenni con il suo compagno di
vecchia data: il suo gatto Binky.
Le foto di Levitt non riportano avvenimenti
insoliti; la maggior parte di esse mostrano giochi dei bambini, faccende,
conversazioni di persone di mezza età e l’attesa osservante dei vecchi. Ciò che
è notevole nelle fotografie è che questi atti di immemorabile routine,
praticati ovunque e sempre, si rivelano pieni di grazia, dramma, umorismo,
pathos e sorpresa, e che sono pieni delle qualità dell’arte, come se la strada
fosse un palcoscenico e le sue persone fossero attori e attrici, mimi, oratori
e ballerini“. John Szarkowski” - Faccio
parlare lui sulle sue fotografie, visto che ripeto la Street non è mia
competenza.
Fotografie Vanessa Rusci scattate con Iphone 7 durante la visita. |
Alcuni spunti di riflessione:
La mostra: interessanti le dimensione delle fotografie, non superiori alle 15x18 cm circa per il bianco e nero e poco più grandi quelle a colori. Passpartout esagerati e grandissimi. quasi a voler compensare la dimensione della fotografia.
Chissà se lei le avrebbe esposte così, non ho trovato nulla sulle sue esposizioni in vita ma continuerò a cercare.
Pubblico eterogeno, di tutte le età e genere sessuale :-), che si sofferma molto a guardare e a leggere.
Numero delle fotografie non esagerato, la mostra si svilupa su due piani: una per il colore e le proiezioni e una per il BW.
Street Photography
Cosa dovrebbe raccontare oggi la street? Che tipo di progetti rimarranno tra 100 anni di tutti progetti di street che si vedono? Per i fotografi di street: ha senso oggi lavorare con la street senza avere un progetto?
E concludo con una citazione della maestra:
“Sarebbe
sbagliato supporre che una qualsiasi delle migliori fotografie sia ottenuta per
intelligenza; è come tutta l’arte, essenzialmente il risultato di un processo
intuitivo, che attinge a tutto ciò che l’artista è, piuttosto che a qualsiasi
cosa pensi“.
Immagini da Internet di Helen Levitt |
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